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E' tempo di vino senza anidre solforosa


Un vino senza anidride solforosa
Tratto da La Repubblica





Sperimentazione
TROVARE delle alternative valide, sia dal punto di vista della qualità sia da quello commerciale, all'uso dell'anidride solforosa (S02) nella produzione del vino: questo l'obiettivo del progetto di ricerca europeo WineSulfree, sostenuto da Eureka (rete pan-europea per lo sviluppo della ricerca), coordinato dall'impresa Dao Sul e realizzato da ricercatori portoghesi, spagnoli e svizzeri. L'anidride solforosa è uno dei più comuni conservanti utilizzati nell'industria alimentare e nelle bevande; in enologia è utilizzata per le sue fondamentali azioni antiossidanti, conservanti e antisettiche, indispensabili per la salute, la stabilità e la qualità del vino. Ma il suo impiego, rigidamente limitato dalle norme europee, può provocare reazioni allergiche ai consumatori sensibili ai solfiti, che possono lamentare mal di testa, febbre da fieno e orticaria. Per questo, il gruppo di ricerca sperimenterà l'uso di sostituti, come il chitosano (zucchero derivato dalla chitina) o i sesquiterpenoidi (composti antiossidanti della buccia dell'uva), e l'impiego di tecniche alternative, come il trattamento del vino con alta pressione. "Ci auguriamo di sviluppare trattamenti efficaci e commercialmente fattibili, che permettano la produzione di vini con bassi quantitativi o persino senza anidride solforosa", hanno detto i ricercatori.

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